Bizzarro, sconvolgente e brillante

Descrivere Swiss Army Man (2016) è praticamente impossibile. Il film è un tale raffinato ed elaborato miscuglio di volgare realtà, morte, amore per la vita, pura follia e senso di profonda amicizia che può solo essere visto. E rivisto una seconda volta.
Hank (Paul Dano) è naufrago disperato su un'isola deserta in procinto di suicidarsi per non morire solo per fame e per sete. Nel momento cruciale della sua impiccagione, vede sulla spiaggia un uomo: Manny (Daniel Redcliffe). Qui inizia il rapporto di follia e di amicizia fra Hank e il cadavere di Manny che, oltre che amico, si rivela una sorta di coltellino svizzero per la sopravvivenza di Hank.
Quasi tutto il film gira attorno a questa davvero strana amicizia fra Hank e Manny che, nella fantasia allucinata di Hank, inizia a parlare sino a diventare il confessore del naufrago.
Il risultato è uno straordinario inno alla bellezza della vita, all'importanza dell'amicizia, all'assurdità delle occasioni mancate, al rispetto degli altri, all'essere utile a qualcuno... Un inno alla vita nel suo complesso, grazie a un amico morto.
Sia Dano che Redcliffe sono straordinari. A fare uno zombie, oramai, sono capaci quasi tutti, ma a interpretare un amico morto che parla, ti fa domande e ti dà consigli, beh, non è proprio semplice. Dano riesce a passare dal selvaggio naufrago, all'interprete della sua anonima amata, al ragazzo semplice e timido legato all'amico morto.
Scritto e diretto dalla coppia Dan Kwan e Daniel Scheinert, girato "spartanamente" tutto in California, il film è stato presentato  gennaio al Sundance Film Festival e uscito nelle sale negli USA il 1 luglio 2016, ma non si sa (per ora) quando verrà distribuito in Italia e con quale titolo, ma vi consiglio vivamente di andarlo a vedere.
Voto: 8+, per l'originalità e la bravura degli interpreti.



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