La La Land, ottimo, per gli americani

Non è un musical, anche se comincia come un musical. Non ha nulla a che fare con i "classici" Singin' in the Rain ("Cantando sotto la pioggia", 1952) né delle "opere rock" come Jesus Christ Superstar (1973). È più un film sulla usica e sull'amore e la musica è ottima (Justin Hurwitz) e la fotografia è eccellente (Linus Sandgren),ma la storia è una storia d'amore un po' banale anche se abbondantemente condita di brani musicali.
Che dire del cast? Ryan Gosling (Sebastian) è eccellente, Emma Stone (Mia) brava, anche se in un ruolo un po' sempliciotto; segue una sfilza di attori noti (J.K. Simmons, Bill) e meno noti (tantissimi), cantanti e musicisti di gran talento a volontà... Ma basta questo per fare un "capolavoro" da mettere ai primi posti per gli Oscar?
Va bene, gli Academy li danno gli americani e questo r un film molto americano. Sarà una giuria Repubblicana o Democratica? No, perché, per le critiche razziali dello scorso anno, in La La Land gli afro-americani suonano il Jazz e le donne fanno le ballerine e le cantanti; molto anni '70 e molto poco progressista.
 Sono sinceramente in dubbio riguardo alla validità del film: il trentenne Damien Chazelle, alla fine, ha fatto un film da trentenni sognatori che hanno visto troppi musical degli anni '50 e hanno provato a rinnovarli trovando una formula nuova. C'è riuscito. Certo, ma il risultato non è un gran che. Detto questo, un Oscar lo prenderà sicuramente, magari per la musica, ma, credetemi, c'è di meglio da vedere.
Voto: 6 per la trama, 8 per la musica. Nella media non più di un 7 (scarso).

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