Non sono un intelletuale

Non che abbia qualcosa contro gli intellettuali, ma io NON sono un intellettuale. E me ne vanto.
Nel 2003 ebbi un'accesa discussione con un conoscente che decantava la bellezza del film Dogville di Lars von Trier (Dogville, 2003). Per me, quel film, era equiparabile a La corazzata Potëmkin di fantozziana memoria. Non c'è niente da fare: io sono all'antica e ritengo che un film sia "cinematografo" o "Moving pictures", cioè immagini in movimento. Immagini che devono "dare sensazioni", insieme ai suoni, agli attori e alle musiche. Sentire per 171 minuti (quasi tre ore!) il ronzio della macchina da presa e vedere una scena nuda e buia è semplicemente un fastidioso eccesso di provocazione pseudo-intellettuale. Contrariamente a quanto si dice di solito, affermai che avrei aspettato il libro. Non avevo poi tutti i torti perché Nicole Kidman affermò che con von Trier non avrebbe più lavorato.
Non è il solo eccesso di provocazione che non ho gradito. Nel 2015 è uscito "The Lobster" di Yorgos Lanthimos, che, mi pare, sia stato distribuito solo in lingua inglese. Malignamente posso pensare che non si siano trovati doppiatori disposti a recitare con una voce monotona e "piatta". In sé il film poteva anche non essere malvagio, tanto è che è riuscito a guadagnare 7/10 di stelle dal pubblico, ma la recitazione era veramente irritante e ha reso il film, già "stano" di suo, particolarmente poco attraente, quasi fastidioso.
No. Non sono, evidentemente, un intellettuale. Poco mi piace il cinema italiano - con qualche rara eccezione - che va dal "cinepanettone" alla "pizza insopportabile" senza alcuna via intermedia. Le eccezioni, grazie al cielo, ci sone; poche, ma ci sono.
Volete la riprova che non sono un intellettuale? Serviti: trovo "La finestra di fronte" (Ferzan Ozpetek, 2003) e "La stanza del figlio" (Nanni Moretti, 2001) ben peggio della famigerata corazzata; le uniche differenze sono il sonore e il colore.
Mi domando che fine abbiano fatto gli eredi di Dino Risi, Pietro Germi, Nanni Loy, Roberto Rossellini e Vittorio De Sica (Christian a parte). E Sergio Leone che, oltre a inventare un genere cinematografico, ha scoperto attori del calibro di Clint Eastwood? E Dario Argento (prima maniera, 1966-1975) che ha portato la parola "giallo" nella lingua inglese?
Ebbene sì. io, a Moretti, preferisco Checco Zalone.
Il dramma nel dramma è che molti dei film che hanno fatto la storia del cinema italiano sono fuori catalogo in Italia. Io, per trovare "Roma" (1972) di un ignoto regista di nome Fellini,ho dovuto cercare una vecchia produzione dell'Istituto Luce. Non parliamo degli altri grandi film nazionali che si trovano solo nella "Criterion Collection" o i qualche rara edizione inglese.Controvoglia cito Nanni Moretti: "Continuiamo così. Facciamoci del male".
Non vi meraviglierete se, in questo mio blog, salterò da "Le ali della libertà" (The Shawshank Redemption, 1994), a Milk (Milk, 2008), da "Shining" (The Shining, 1980) a "Cattivissimo me" (Despicable me, 2010). Io vi ho avvertito.



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