Jason Bourne: ancora tu?

E, con questo, siamo a cinque. Dopo aver  cercato la sua identità (2002), aver imposto la sua supremazia (2004) e aver dato il suo ultimatum (2008), Jason è semplicemente Jason. Forse.
Ma siamo a quattro, direte voi. No. Non dimentichiamo l'originale del 1988 con Richard Chamberlain, capostipite della saga di Robert Ludlum.
 Per quattordici anni il povero Jason va in cerca delle risposte alle sue domande: chi è? Cosa vuole la CIA da lui? È veramente la CIA o qualche agenzia segreta? E noi ci domandiamo: scoprirà qualcosa in questo episodio o dobbiamo attenderci un nuovo "The Bourne Retirement"? Lo scoprirete vedendo il film.
Film, per altro, sempre di buon livello e pieno d'azione e suspense, inseguimenti, appostamenti, assassini, colpi di scena, tradimenti... Non manca nulla.
A sorpresa i "cattivi" in questo episodio sono un Tommy Lee Jones molto invecchiato (70 anni, il direttore della CIA Robert Dewey) e un Vincent Cassel (Asset, nel senso di "vantaggio") che, siamo franchi, con quella faccia non può fare l'angioletto cherubino. Alicia Vikander (Heather Lee), invece, non i capisce se sia buona, cattiva o stupida.
A guardar bene Matt Damon e comparandolo con il primo film del 2002, è evidentemente invecchiato. Anche perché, nel frattempo, si è perso su Marte, ha intrapreso un viaggio interstellare, ha recuperato monumenti nella II guerra mondiale, aver difeso la sua libertà su Elysium, aver giocato a rugby in Invictus e una carriera da poliziotto in The Departed. Senza contare di essere stato salvato dome soldato Ryan. Non c'è che dire: Matt lavora moltissimo ed è un ottimo attore, poliedrico, simpatico, capace di interpretare ruoli drammatici e più leggeri.
Se non vi siete stufati delle vicende rocambolesche del povero Jason (ma si chiama veramente così?) non potete mancare questo film. Voto....sarebbe 7, ma, considerata la poca originalità facciamo un 6¾.

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